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Cosa: Il buon Gewürztraminer che vien dall'Alto Adige
Perché: Per il suo grande potenziale di invecchiamento
Perfetto con: Risotto con gorgonzola, pere e noci
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Cosa: Il buon Gewürztraminer che vien dall'Alto Adige
Perché: Per il suo grande potenziale di invecchiamento
Perfetto con: Risotto con gorgonzola, pere e noci
This has plenty of the yellow-rose aroma of gewurz, but is very subtle for the grape with a whiff of smoked bacon, plus touches of sandalwood and allspice. Quite creamy and winey, but no hint of heaviness on the palate, the long finish very supple and delicate. Drink or hold.
Prendete un respiro e poi leggete tutto d’un fiato: Alto Adige Valle Isarco Gewürztraminer DOC Praepositus. Siamo qui al cospetto di uno dei vini più interessanti proposti dalla storica cantina dell’Abbazia di Novacella. Un grande vitigno aromatico, il Gewürztraminer, che dalle parti dell’Alto Adige ha trovato nei secoli terra adatta alle sue radici. Una cantina, quella dell’Abbazia, che nonostante sia tra le più antiche al mondo non ha mai perso l’occasione di rinnovarsi per sorprendere i tanti appassionati nel mondo con vini caratterizzati da una cifra stilistica inconfondibile. Colore giallo oro chiaro, questo bianco di montagna ha profumi intensi ed eleganti di arancia, fiori di rosa, litchi, zenzero e coriandolo. In bocca è succoso e aromatico, rinfrescante e minerale. Buono oggi, questo Gewürztraminer non ha fretta di essere stappato. I suoi produttori sono certi che, se ben conservato, ha un potenziale di invecchiamento decisamente interessante. Anche 10 anni. Per apprezzarlo al meglio, in tavola richiede un abbinamento leggermente speziato. Ottimo con un risotto con gorgonzola, pere e noci. Ma anche con dei gamberi con salsa al curry e riso basmati.
Non si può pensare all’Alto Adige viticolo e non rivolgere lo sguardo verso le colline che ospitano i vigneti della storica cantina dell’Abbazia di Novacella. Del resto questa è annoverata tra le più antiche ancora attive del mondo. Le prime tracce documentali che parlano dell’Abbazia risalgono addirittura al 1100. Nel 1177, per la precisione, papa Alessandro III riconobbe al monastero il possesso dei vigneti nelle vicinanze e nel corso dei secoli, attraverso donazioni, fondazioni, acquisti e scambi, l’Abbazia accumulò considerevoli possedimenti di vigneti. Parte dei quali sono ancora nelle disponibilità dell’azienda dei nostri giorni. Dal fondo valle, ossia da circa 600 metri sul livello del mare, i vigneti di Novacella arrivano infatti a sfiorare i 900 metri di quota. Ancora oggi molti contadini conferiscono le loro uve migliori alla cantina dell’abbazia, perché vengano lavorate con cura e trasformate negli eccellenti vini apprezzati in tutto il mondo.
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